Feste, sagre e manifestazioni mondane e religiose in Sardegna
La Sardegna è ricca di processioni ed eventi, ogni più piccolo paese ha un
giorno di festa per un santo patrono o per rinnovare il ricordo di un evento
passato.
La festa di Sant’Efisio è la festa di tutta la Sardegna da 350
anni, ebbe inizio nel 1656 dove a Cagliari scoppiò una terribile epidemia di
peste che ridusse la popolazione della metà, uccidendo oltre diecimila persone.
La città invocò Sant'Efisio,decapitato nel 303 a Nora, promettendo di
dedicargli un rito solenne se la peste fosse cessata. Sant'Efisio
esaudì la preghiera e la città da parte sua mantenne il voto.
In realtà la festa si svolgeva anche prima del 1656, ma fu dopo il miracolo che
prese la forma grandiosa con cui è divenuta sempre più importante. oggi è la
festa sarda per antonomasia, quella con cui viene identificata la Sardegna
stessa.
L'organizzazione dei riti è da sempre curata dall'Arciconfraternita, che
custodisce e tramanda la tradizione di Sant'Efisio, istituita nel 1538.
La festa si svolge ogni anno, la mattina del 1° maggio si
celebra la messa nella chiesa di Stampace dedicata al martire.
Verso mezzogiorno inizia la magnifica processione, durante la quale la statua
del Santo viene trasportata da Cagliari fino a Nora, il luogo del martirio, dove
rimane per tre giorni, il 4 maggio viene ricondotta da Nora
nella sua a Cagliari.
La devozione dei Cagliaritani per Sant'Efisio è talmente radicata che
la processione non fu bloccata neppure in tempo di guerra.
Il 1° maggio 1943, dopo che Cagliari era stata bombardata, la statua del santo:
fu portata su una camionetta militare, seguita da pochi ma ferventi fedeli.
Un'altra festa quella del “i candelieri”, la festa grande dei
sassaresi.
Una processione molto scenografica, che dura da 500 anni, per tener fede a un
voto.
La discesa dei Candelieri "Sa faradda di li Candareri", si svolge a Sassari il
14 di Agosto di ogni anno, a partire dalla metà del pomeriggio.
La processione parte da Piazza Castello e si prosegue fino a Piazza Azuni;
segue tutto il Corso Vittorio Emanuele, poi si attraversa Porta
Sant'Antonio, si arriva Corso Vico e, a tarda sera, si arriva alla
chiesa di Santa Maria di Bethlem.
La festa risale probabilmente al medioevo, sulla scorta della tradizione pisana:
lo si può dedurre anche dalla somiglianza con un'altra processione quella dei
Candelieri di Iglesias, che è risale al ‘300.
Feste simili, caratterizzate dall'offerta di ceri alla "Madonna di mezzo
agosto", sono testimoniate durante tutto il Medioevo in molte zone della
Toscana.
La festa Sa faradda de li Candareri (la discesa dei Candelieri) che ogni anno si
sviluppa lungo le vie del centro storico di Sassari, per tener fede a un voto
fatto alla Madonna.
I Candelieri sono pesanti e grandi colonne di legno che vengono portate per
tutto il percorso dai componenti dei Gremi (sono i componenti delle
antiche corporazioni cittadine di arti e mestieri )vestiti con i costumi
tradizionali, sono ornati con nastri colorati, i loro abiti risalgono al periodo
spagnolo.
Mentre a Nuoro, l'ultima domenica di agosto, si svolge la sagra del
Redentore. Festa dei nuoresi ma anche di tutti i sardi uniti nel
pellegrinaggio al Monte Ortobene. Questa festa religiosa è
stata istituita recentemente nel 1901, quando in cima all'Ortobene viene
posizionata l'enorme statua del Cristo Redentore, opera dello
scultore Vincenzo Jerace.
La statua del Redentore è tra le statue che la chiesa di Roma fece costruire per
il Giubileo e che vennero donate ad altre città italiane, tra cui alla Sardegna,
a Nuoro.
Da allora nell'ultima domenica d'agosto, vestono a festa i loro cavalli e i
carri e invitano tutti i gruppi regionali a sfilare con i loro vestiti
tradizionali.
Un'altra festa che regala allo spettatore emozioni forti è l’ardia di
sedilo, che ogni anno ha luogo a Sedilo.
Il 6 e il 7 luglio decine di cavalieri si avviano in una folle
corsa in onore di San Costantino: la la polvere il sole, il
fervendo religioso e i cavalli in movimento, e una forte competizione... questo
è l'Ardia.
La Festa deve il suo nome al termine bardiare, che significa fare la
guardia.
La festa ha come teatro la piazza del paese: è il parroco della chiesa di San
Giovanni Battista a scegliere i tre cavalieri che nella corsa sono i difensori
della cristianità: essi sono investiti di questo onore con la dono delle
pandelas, le tre bandiere di colore giallo, rosso e bianco.
La prima è la più importante, detta sa pandela madzore .
Le tre scorte, dotate di stendardi e lance: devono evitare che le pandelas
vengano superate dagli altri cavalieri, se ciò accadesse, sarebbe di cattivo
augurio.
Il gruppo di cavalieri arrivano nell'area del santuario: si ferma quindi in su
frontigheddu, un pendio ripidissimo da cui si domina tutta l'area del
santuario, da qui la galoppata avrà inizio.
Trenta metri di discesa accidentata, fra sudore e polvere, tutto accompagnato da
spari dei fucilieri, folla urlante, fino all’arrivo all'arco, che ricorda quelli
del trionfo dell’antica Roma è un ingresso angusto e pericoloso, ma i cavalieri
con abilità corrono al galoppo di fronte al santuario.
Tutta la corsa dura all’incirca mezz'ora: ma il fervore di tutti, partecipanti è
altissimo.
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